VERDE E SPAZI PUBBLICI

Al primo posto la difesa del paesaggio urbano e degli spazi verdi, insostituibili beni comuni


Parole Chiave:

Dal cemento al parco

I boschi non si tagliano (come al Pratone). Si piantano e si conservano

Verde diffuso e verde continuo: connessioni sul territorio 

Manutenzione del verde: competenze necessarie, conoscenza e rispetto del regolamento

Una nuova governance per il sistema dei parchi


Sviluppare gli spazi pubblici Verdi al fine di promuovere la transizione ecologica, trasformando la Città verso una città giardino e di parchi
  1. Istituire, allargare e collegare i parchi urbani, anche con piste ciclabili.
  2. Riforestare la città con specie che abbattono l'inquinamento e ombreggiano, alberare tutti i parcheggi (vedasi quello spoglio della stazione), incrementare pareti e tetti verdi fino ad arrivare a decuplicare i metri quadri di coperture a verde esistenti in città, aumentare la superficie drenante in città, dimezzando le aree grigie pubbliche residuali; riqualificare alcune delle aree dismesse in parchi cittadini.
  3. Nella prospettiva di riportare “in house” o in carico a società partecipate dal Comune, la manutenzione del verde pubblico: formare e quindi assumere giardinieri, agronomi, paesaggisti per ricostituire un settore interno al Comune o a una sua partecipata, per una gestione del verde che superi la insoddisfacente pratica dell’affidamento a terzi, creando al contempo nuovi posti di lavoro (anche per la mano d’opera straniera).
  4. Accedere a bandi nazionali o europei per le riforestazioni naturali: dobbiamo ripristinare la biodiversità botanica e animale in città. Ora più che mai è fondamentale piantare alberi, prendersi cura di quelli esistenti, recuperare  aree verdi. I boschi non si tagliano. Si piantano e si conservano.
  5. Divieto totale di caccia su tutto il territorio e paesi limitrofi
  6. È fondamentale ricreare un ecosistema urbano, che sia frutto di una progettazione che preveda l’associazione di specie di alberi, arbusti, erbacee e mircoflora del terreno: considerare singolarmente ciascuna specie porta ad errori di valutazione nella pianificazione, progettazione, realizzazione e manutenzione del verde.
  7. Fondamentale tutelare le alberature cittadine, gli spazi verdi, i parchi e i giardini al fine di renderli sempre  più fruibili, attraverso una manutenzione rispettosa e sapiente: cambio di passo
  8. Le capitozzature degli alberi (pubblici e privati), così come indicato dal regolamento di cui sopra dovranno essere  sanzionate per davvero.
  9. Valorizzare il sistema del verde urbano e le oasi di biodiversità connettendole tra loro attraverso corridoi verdi anche tramite la depavimentazione di spazi liberi, parcheggi, marciapiedi e strade inutilizzate. Dovranno essere vietati gli utilizzi delle aree verdi per eventi ad alto impatto ambientale.
  10. La fauna e biodiversità del “laghetto”, inclusi i pesci, saranno maggiormente tutelate.
  11. Le società di cura del verde, finché resteranno, dovranno essere riselezionate in base a criteri di comprovata competenza nella salvaguardia del verde, non nel suo contenimento. Salvaguardia del paesaggio e del bene comune
  12. Raggiungere entro il 2030 il miglioramento del 25% dell'indice di permeabilità dei suoli del territorio comunale.
  13. Dotare Lissone del Piano del Verde e del Paesaggio, strumento necessario a una visione strategica di breve, medio e lungo termine, che valorizzi e connetta il sistema del verde urbano, dei terreni agricoli e delle cascine, delle acque e dei  parchi della città e zone limitrofe.
  14. A Lissone tornerà l’agricoltura, ma nella forma naturale ed elementare, diffusa e si dovrà sapere fare di questa risorsa una fonte di  ben-essere e di ricchezza, verso l’autosufficienza. Puntiamo a cancellare l’appalto del deleterio masterplan di restyling (proposto a marzo 2022) del Pratone e con i 200 mila euro risparmiati cercheremo di riacquisire la grande porzione di ex bosco dove l’attuale amministrazione ha concesso (Febbraio 2022) a un privato i permessi per costruire e per abbattere il bosco quarantennale. Il Pratone ospiterà agroforesta naturale, stagno protetto con anfibi, prato naturale e orto elementare cittadino.
  15. Implementare il censimento del verde con il calcolo dei Servizi Ecosistemici forniti dagli elementi vegetali, così da poter valutare vari scenari di pianificazione urbanistica e poter dare maggiore valenza alla pianificazione del verde, potendo optare per le migliori scelte per il benessere dei cittadini. Tale calcolo è la base per ingenerare incentivi per la diffusione del verde anche a livello privato.
  16. Prevedere, nell’ambito di progetti che contemplano l’assegnazione a privati di aree destinate a funzione agricola (Oltre alle poche esistenti), interventi di bonifica dagli agenti inquinanti anche attraverso fitobonifica; o che in ogni caso si definiscano tipologie di coltivazioni naturali con pacciamatura di specifici ortaggi in  grado di risolvere e neutralizzare il rischio di coltivare prodotti contaminati.
  17. Revisione dei Piani Attuativi e delle norme urbanistiche attraverso:
  18. Obbligo di “preverdissement” rispetto alla costruzione dei nuovi edifici con indicazioni chiare nel PGT e nel regolamento edilizio.
  19. Attenzione alla percentuale di suolo interamente permeabile senza utilizzare metodologie come il Green Space Factor (GSF) che mascherano la mancanza di permeabilità dei suoli come a MIND.
  20. Indicazioni precise sulla scelta delle specie di piante e le loro associazioni per arrivare alla creazione di un Sistema Verde finalizzato all’assorbimento di CO2 e di altri inquinanti dell’aria.
  21. Cinquemila piante in un anno possono assorbire 228 kg di Pm10.
  22. i. Rendere il Regolamento Edilizio e il Regolamento del Verde testi compatibili e correlati così da evitare la prevaricazione dell’aspetto costruttivo su quello ecologico, a discapito di quest’ultimo; avere normative che contemplino congiuntamente entrambi permetterebbe la realizzazione di una città in cui i due elementi, edilizio e verde, ricevano pari attenzione  progettuale. Edificare diverrà comunque sconveniente in città.
  23. Depavimentare progressivamente alcuni dei marciapiedi (specie quelli che delimitano aree verdi), sul modello di città francesi come Caen con miscugli di pietre e terra stabilizzata. Gli alberi e le radici NON si toccano, l’asfalto invece si leva.
  24. Realizzare una striscia di terra libera continua nei marciapiedi alberati asfaltati in cui attorno ad ogni albero c’è solo un quadrato di terra libera e tutelare i parterre usati come sede di mercati.

Incrementare le attività aggregative nelle aree verdi pubbliche
  1. Assegnare il maggior numero possibile di aree, (frazioni di parchi e di giardini pubblici, aree dismesse e residuali, piccoli giardini, cortili condominiali) alla coltivazione ortiva elementare da  affidare ad associazioni, gruppi di cittadini, comitati di quartiere: tale iniziativa avrà il duplice effetto di rendere attiva una fetta di popolazione (in specie quella anziana) fortemente penalizzata dalla pandemia e di ottenere piccole produzioni autosufficienti di quartiere.
  2. Promuovere la creazione di macchie di specie autoctone negli orti in grado di mantenere un ecosistema stabile che favorisca la produzione biologica e sinergica, disincentivando l’utilizzo di prodotti chimici dannosi per l’entomofauna, specie per gli insetti pronubi.
  3. Identificare specifiche aree all’interno dei parchi e dei giardini comunali ove svolgere attività ludiche, sportive, socio-culturali (libere e gratuite) rivolte a tutte le fasce di popolazione, organizzate anche da società e imprese.
  4. Gli alberi morti o caduti nei parchi saranno sempre subito sostituiti.
  5. Replicare un modello già in corso in Olanda e istituire il “campo di quartiere”, cioè un’area produttiva a cura di alcuni contadini-urbani stipendiati in collaborazione con gli abitanti di un quartiere, che poi beneficeranno del raccolto.
  6. Organizzare mercati di quartiere sul modello dei GAS in cui promuovere e vendere quanto prodotto in loco a Km Zero.
  7. Facilitare e incentivare, avvalendosi dello strumento dei Patti di Collaborazione, la creazione di nuovi orti e giardini condivisi, nonché il recupero di spazi aperti e di aree dismesse.
  8. Ogni utilizzo da parte della cittadinanza di spazi comuni, anche temporaneo, dovrà essere sostenuto.
  9. Vivere e condividere spazi comuni delle case popolari (giardini e cortili) e dei giardini scolastici mutuando la felice esperienza dei giardini e degli orti condivisi.
  10. Con la partecipazione attiva dei cittadini alla cura del bene comune sarà possibile dedicare a orticoltura, giardinaggio, progetti sociali, ludici e culturali, educativi, di riscoperta dei lavori artigianali gli spazi aperti o liberi negli immobili residenziali di proprietà comunale. In tal modo si faciliteranno i processi di aggregazione tra gli inquilini risolvendo al contempo i problemi legati all’illegalità e alla microcriminalità che affliggono molti quartieri e molti complessi di case popolari.
  11. Sostenere ogni progetto pubblico e privato teso alla educazione ambientale, alla tutela della biodiversità, alla trasmissione delle tradizioni agricole, ortive e paesaggistiche del nostro territorio.
  12. Il progetto “masterplan e restyling” del pratone sarà subito cancellato, l’area resterà naturale e ospiterà un orto elementare cittadino.