Al primo posto la difesa del paesaggio urbano e degli spazi verdi, insostituibili beni comuni
Parole Chiave:
Dal cemento al parco
I boschi non si tagliano (come al Pratone). Si piantano e si conservano
Verde diffuso e verde continuo: connessioni sul territorio
Manutenzione del verde: competenze necessarie, conoscenza e rispetto del regolamento
Una nuova governance per il sistema dei parchi
- Istituire, allargare e collegare i parchi urbani, anche con piste ciclabili.
- Riforestare la città con specie che abbattono l'inquinamento e ombreggiano, alberare tutti i parcheggi (vedasi quello spoglio della stazione), incrementare pareti e tetti verdi fino ad arrivare a decuplicare i metri quadri di coperture a verde esistenti in città, aumentare la superficie drenante in città, dimezzando le aree grigie pubbliche residuali; riqualificare alcune delle aree dismesse in parchi cittadini.
- Nella prospettiva di riportare “in house” o in carico a società partecipate dal Comune, la manutenzione del verde pubblico: formare e quindi assumere giardinieri, agronomi, paesaggisti per ricostituire un settore interno al Comune o a una sua partecipata, per una gestione del verde che superi la insoddisfacente pratica dell’affidamento a terzi, creando al contempo nuovi posti di lavoro (anche per la mano d’opera straniera).
- Accedere a bandi nazionali o europei per le riforestazioni naturali: dobbiamo ripristinare la biodiversità botanica e animale in città. Ora più che mai è fondamentale piantare alberi, prendersi cura di quelli esistenti, recuperare aree verdi. I boschi non si tagliano. Si piantano e si conservano.
- Divieto totale di caccia su tutto il territorio e paesi limitrofi
- È fondamentale ricreare un ecosistema urbano, che sia frutto di una progettazione che preveda l’associazione di specie di alberi, arbusti, erbacee e mircoflora del terreno: considerare singolarmente ciascuna specie porta ad errori di valutazione nella pianificazione, progettazione, realizzazione e manutenzione del verde.
- Fondamentale tutelare le alberature cittadine, gli spazi verdi, i parchi e i giardini al fine di renderli sempre più fruibili, attraverso una manutenzione rispettosa e sapiente: cambio di passo
- Le capitozzature degli alberi (pubblici e privati), così come indicato dal regolamento di cui sopra dovranno essere sanzionate per davvero.
- Valorizzare il sistema del verde urbano e le oasi di biodiversità connettendole tra loro attraverso corridoi verdi anche tramite la depavimentazione di spazi liberi, parcheggi, marciapiedi e strade inutilizzate. Dovranno essere vietati gli utilizzi delle aree verdi per eventi ad alto impatto ambientale.
- La fauna e biodiversità del “laghetto”, inclusi i pesci, saranno maggiormente tutelate.
- Le società di cura del verde, finché resteranno, dovranno essere riselezionate in base a criteri di comprovata competenza nella salvaguardia del verde, non nel suo contenimento. Salvaguardia del paesaggio e del bene comune
- Raggiungere entro il 2030 il miglioramento del 25% dell'indice di permeabilità dei suoli del territorio comunale.
- Dotare Lissone del Piano del Verde e del Paesaggio, strumento necessario a una visione strategica di breve, medio e lungo termine, che valorizzi e connetta il sistema del verde urbano, dei terreni agricoli e delle cascine, delle acque e dei parchi della città e zone limitrofe.
- A Lissone tornerà l’agricoltura, ma nella forma naturale ed elementare, diffusa e si dovrà sapere fare di questa risorsa una fonte di ben-essere e di ricchezza, verso l’autosufficienza. Puntiamo a cancellare l’appalto del deleterio masterplan di restyling (proposto a marzo 2022) del Pratone e con i 200 mila euro risparmiati cercheremo di riacquisire la grande porzione di ex bosco dove l’attuale amministrazione ha concesso (Febbraio 2022) a un privato i permessi per costruire e per abbattere il bosco quarantennale. Il Pratone ospiterà agroforesta naturale, stagno protetto con anfibi, prato naturale e orto elementare cittadino.
- Implementare il censimento del verde con il calcolo dei Servizi Ecosistemici forniti dagli elementi vegetali, così da poter valutare vari scenari di pianificazione urbanistica e poter dare maggiore valenza alla pianificazione del verde, potendo optare per le migliori scelte per il benessere dei cittadini. Tale calcolo è la base per ingenerare incentivi per la diffusione del verde anche a livello privato.
- Prevedere, nell’ambito di progetti che contemplano l’assegnazione a privati di aree destinate a funzione agricola (Oltre alle poche esistenti), interventi di bonifica dagli agenti inquinanti anche attraverso fitobonifica; o che in ogni caso si definiscano tipologie di coltivazioni naturali con pacciamatura di specifici ortaggi in grado di risolvere e neutralizzare il rischio di coltivare prodotti contaminati.
- Revisione dei Piani Attuativi e delle norme urbanistiche attraverso:
- Obbligo di “preverdissement” rispetto alla costruzione dei nuovi edifici con indicazioni chiare nel PGT e nel regolamento edilizio.
- Attenzione alla percentuale di suolo interamente permeabile senza utilizzare metodologie come il Green Space Factor (GSF) che mascherano la mancanza di permeabilità dei suoli come a MIND.
- Indicazioni precise sulla scelta delle specie di piante e le loro associazioni per arrivare alla creazione di un Sistema Verde finalizzato all’assorbimento di CO2 e di altri inquinanti dell’aria.
- Cinquemila piante in un anno possono assorbire 228 kg di Pm10.
- i. Rendere il Regolamento Edilizio e il Regolamento del Verde testi compatibili e correlati così da evitare la prevaricazione dell’aspetto costruttivo su quello ecologico, a discapito di quest’ultimo; avere normative che contemplino congiuntamente entrambi permetterebbe la realizzazione di una città in cui i due elementi, edilizio e verde, ricevano pari attenzione progettuale. Edificare diverrà comunque sconveniente in città.
- Depavimentare progressivamente alcuni dei marciapiedi (specie quelli che delimitano aree verdi), sul modello di città francesi come Caen con miscugli di pietre e terra stabilizzata. Gli alberi e le radici NON si toccano, l’asfalto invece si leva.
- Realizzare una striscia di terra libera continua nei marciapiedi alberati asfaltati in cui attorno ad ogni albero c’è solo un quadrato di terra libera e tutelare i parterre usati come sede di mercati.
Incrementare le attività aggregative nelle aree verdi pubbliche
- Assegnare il maggior numero possibile di aree, (frazioni di parchi e di giardini pubblici, aree dismesse e residuali, piccoli giardini, cortili condominiali) alla coltivazione ortiva elementare da affidare ad associazioni, gruppi di cittadini, comitati di quartiere: tale iniziativa avrà il duplice effetto di rendere attiva una fetta di popolazione (in specie quella anziana) fortemente penalizzata dalla pandemia e di ottenere piccole produzioni autosufficienti di quartiere.
- Promuovere la creazione di macchie di specie autoctone negli orti in grado di mantenere un ecosistema stabile che favorisca la produzione biologica e sinergica, disincentivando l’utilizzo di prodotti chimici dannosi per l’entomofauna, specie per gli insetti pronubi.
- Identificare specifiche aree all’interno dei parchi e dei giardini comunali ove svolgere attività ludiche, sportive, socio-culturali (libere e gratuite) rivolte a tutte le fasce di popolazione, organizzate anche da società e imprese.
- Gli alberi morti o caduti nei parchi saranno sempre subito sostituiti.
- Replicare un modello già in corso in Olanda e istituire il “campo di quartiere”, cioè un’area produttiva a cura di alcuni contadini-urbani stipendiati in collaborazione con gli abitanti di un quartiere, che poi beneficeranno del raccolto.
- Organizzare mercati di quartiere sul modello dei GAS in cui promuovere e vendere quanto prodotto in loco a Km Zero.
- Facilitare e incentivare, avvalendosi dello strumento dei Patti di Collaborazione, la creazione di nuovi orti e giardini condivisi, nonché il recupero di spazi aperti e di aree dismesse.
- Ogni utilizzo da parte della cittadinanza di spazi comuni, anche temporaneo, dovrà essere sostenuto.
- Vivere e condividere spazi comuni delle case popolari (giardini e cortili) e dei giardini scolastici mutuando la felice esperienza dei giardini e degli orti condivisi.
- Con la partecipazione attiva dei cittadini alla cura del bene comune sarà possibile dedicare a orticoltura, giardinaggio, progetti sociali, ludici e culturali, educativi, di riscoperta dei lavori artigianali gli spazi aperti o liberi negli immobili residenziali di proprietà comunale. In tal modo si faciliteranno i processi di aggregazione tra gli inquilini risolvendo al contempo i problemi legati all’illegalità e alla microcriminalità che affliggono molti quartieri e molti complessi di case popolari.
- Sostenere ogni progetto pubblico e privato teso alla educazione ambientale, alla tutela della biodiversità, alla trasmissione delle tradizioni agricole, ortive e paesaggistiche del nostro territorio.
- Il progetto “masterplan e restyling” del pratone sarà subito cancellato, l’area resterà naturale e ospiterà un orto elementare cittadino.